di Eleonora Mentaschi
Articolo apparso sullla rivista “Il Mio Cane”
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La parola “maltrattamento” suscita in noi immagini crudeli e violente: cani picchiati, trascinati da macchine, legati ai lati della strada, seviziati, ecc.
In effetti queste sono vere e proprie forme di sopruso, che chiunque ami gli animali e li rispetti non può accettare. Ma questa è solo la punta dell’iceberg, ciò che tutti riescono a vedere e valutare.
Ci sono altre forme di maltrattamento, forme più difficili da vedere e da condannare.
Di queste vorrei parlare, perché sono convinta che molti di coloro che oggi partecipano a questi maltrattamenti invisibili non lo facciano volontariamente, ma solo perché non ne hanno coscienza. La riflessione su questi aspetti potrebbe portare molti di noi a lottare anche contro queste forme sottili di maltrattamento o, per lo meno, a non parteciparvi involontariamente.
Se infatti ci sono persone che vendono cani allevati al limite del maltrattamento, fiere itineranti vergognose, fabbriche di cuccioli è perché ci sono molte persone che comprano da loro, partecipando ed incoraggiando, inconsciamente, il maltrattamento.
I Cuccioli
I cuccioli non hanno solo esigenze fisiche, ma anche psicologiche. I primissimi mesi di vita del cane sono i più importanti e delicati per lo sviluppo corretto del suo comportamento. Ciò che avviene nei primi 3 mesi di vita è decisivo e talvolta le conseguenze di errori in questo periodo possono essere irreversibili.
I cuccioli devono rimanere con la madre e con i fratelli almeno fino ai 2 mesi di vita, essere allevati in un ambiente stimolante e ricco, poter incontrare altri cani e persone fin dalle prime settimane.
Le prime fasi sono molto delicate perché “se l’animale non è esposto a stimoli appropriati durante questi periodi, potrà non sviluppare l’appropriato, o desiderato, repertorio comportamentale. Se non si consente ai cuccioli di confrontarsi con gli stimoli appropriati nei periodi in cui sono recettivi, i cani possono sviluppare problemi“ anche irreversibili (da K. Overall, 2001).
Per questo motivo è importante conoscere le esigenze del cucciolo per prevenire future patologie. Ma questo non sempre avviene, in parte per ignoranza, ma in parte per volontà (soprattutto economica).
Allevamento ed allevatore
Oltre all’allevatore professionista chiunque possieda un cane può farlo riprodurre.
Da una parte ci sono i privati, persone che non hanno interessi economici, ma che desiderano far riprodurre il proprio cane e magari regalare i cuccioli a qualche amico fidato. A volte i privati si informano seriamente di tutte le esigenze fisiche e comportamentali dei cuccioli, dimostrando veramente un grande rispetto per questi animali.
Ma talvolta questo non avviene e, senza volerlo, alcuni privati separano troppo presto o troppo tardi i cuccioli dalla madre, li lasciano troppo a lungo isolati, non forniscono ai piccoli le stimolazioni sufficienti per crescere serenamente.
I cuccioli dovrebbero essere manipolati dalle persone che li crescono fin dalla nascita e gli dovrebbe essere data la possibilità di confrontarsi con le circostanze più varie.
Fin dalle 3 settimane di vita dovrebbero essere esposti ai cani adulti, e dalle 5 settimane alle persone e, nel contempo, alle nuove situazioni.
Un cane non deve essere adottato prima delle 7,5 – 8,5 settimane di vita.
Invito chi di voi si trovasse in questa situazione, ad informarsi bene prima di affrontare questo passo: solo l’informazione vi eviterà di maltrattare involontariamente queste deliziose creature.
Parlando invece di allevatori professionisti la cosa cambia radicalmente: l’ignoranza qui non è ammissibile e l’interesse economico non deve mai superare certi limiti, come purtroppo spesso accade sotto gli occhi di molti neo-proprietari ignari. E’ importante sapere come riconoscere un allevatore poco serio: se ancora è sul mercato è perché ci sono persone che comprano i cuccioli da lui.
Ci sono allevatori che separano la madre dai suoi cuccioli prestissimo, per poter ingravidare di nuovo la femmina, altri che li lasciano isolati e senza contatti, ci sono allevatori che tengono gli animali in vere e proprie situazioni di degrado, ma che ci consegnano il cucciolo lavato e profumato senza mostrarci l’allevamento ed i genitori.
Per questo è importante non fermarsi all’apparenza: chiedete in giro le referenze e soprattutto andate a visitare l’allevamento più volte, chiedendo al proprietario di mostrarvi il luogo dove tiene la cucciolata ed i genitori.
Negozi e mostre itineranti
Ci sono vere e proprie fabbriche di cuccioli in tutta Italia, cioè “negozi” che vendono decine di cani di tutte le razze, spesso li importano dall’est, sottoponendoli a terribili trasporti ed a grossi traumi, Ci sono negozi che tengono i cuccioli in vetrina per giorni, a volte settimane o mesi in maniera degradante.
Purtroppo la vista di un dolce batuffolo di pelo spesso ci colpisce tanto da non farci riflettere. Ma così incentiviamo il maltrattamento.
Credo che chiunque ami i cani, una volta messo a conoscenza di queste realtà, possa fare qualche cosa, nel suo piccolo. Il mio invito è a non lasciarsi trascinare troppo dai sentimenti quando decidete di adottare un cane, ma di fermarsi un momento a riflettere su questi aspetti per non incentivare un terribile mercato di abusi.
I Cani adulti
I cani sono animali sociali, che vivono in branco, con necessità e diritti da rispettare.
Ci sono situazioni tipiche in cui questi diritti non vengono rispettati. Le più ovvie sono quelle in cui il cane viene tenuto sempre chiuso in un appartamento, o peggio, in un balcone senza praticamente uscire mai. Ma queste sono forme di maltrattamento che si vedono più chiaramente di altre.
Ad esempio molti pensano che un cane possa stare meglio in un giardino che in un appartamento, ma non sempre ciò e vero. Chi ha un grande spazio all’aperto molo spesso pensa che non sia necessario portare il cane tutti i giorni in passeggiata o che sia sufficiente lasciarlo libero nel giardino perché sia felice. Questo è maltrattamento invisibile!
Il cane ha bisogno di contatti con i proprietari, di uscire a scoprire il mondo, di annusare gli odori, di incontrare propri simili e di giocare con loro. Facciamo un paragone: sarebbe come tenere una persona per 40 anni chiusa da sola in una bella stanza, senza farla uscire e senza che possa incontrare altre persone. Anche se la stanza fosse grandissima e bellissima, di certo i bisogni psicologici di confronto, discussione, scambio e curiosità per il mondo esterno non potrebbero essere soddisfatti. Si dice che una persona nata e cresciuta così potrebbe impazzire, e credo che non sia difficile crederlo.
Ci sono molti altri modi per non rispettare i bisogni del cane, ma non posso certo elencarli tutti.
La mia speranza è che ci si fermi per lo meno a riflettere, che si capisca che il cane è diverso dall’uomo, ha sue proprie esigenze e che è importante conoscerle, informarsi per poterle rispettare.
Mettersi in dubbio è già un grande passo, ma lo studio, la frequentazione di corsi di comportamento di base sono il vero punto di partenza per una convivenza nel segno del rispetto.